La Salina di Cervia è la più piccola e la più a nord d’Italia, si estende per 827 ettari, in un parco naturale, oggi porta sud del Parco regionale del Delta del Po e da sempre riserva naturale di popolamento e di nidificazione per molte specie animali e vegetali.
La salina è grande un terzo dell’intera estensione del comune di Cervia ed è compostata da oltre 50 bacini, circondate da un canale di oltre 14 chilometri, che consente all’acqua del mare Adriatico di entrare ed uscire dalla salina. La raccolta avviene nel cuore della salina, nei bacini chiamati rango e divisi in tre vasche, complessivamente lunghe un chilometro e larghe 160 metri. E’ qui che si forma e si raccoglie il sale, in maniera artigianale, proprio come avveniva un tempo, ma con l’ausilio di una nastro trasportatore e di un carrello, che è in tutto e per tutto un trenino. L’uso di macchine per la raccolta risale al 1959 e da allora - salvo nella Salina Camillone, sezione vivente del Museo del Sale, Musa, dove la raccolta avviene ancora a mano, con il metodo detto a raccolta multipla - ogni anno dall’inizio di agosto, per circa quaranta giorni avviene il rito della cavadura.
La cavadura è la raccolta del sale. L’acqua del mare viene fatta entrare dal canale immissario, che si trova a Milano Marittima, all’altezza della prima traversa e viene fatta circuitare nei canali che percorrono l’intera area del territorio di Cervia. Di passaggio in passaggio l’acqua di mare viene fatta defluire, e, grazie all’azione del vento e del sole evaporare e concentrare al punto che si forma il sale.
Il sale quando viene raccolto è bagnato e molto pesante, il suo colore tipico, il rosa, gli deriva dalla presenza nei bacini salanti dell’alga dunaliella, ricca di licopene e betacarotene. L’acqua arriva nei bacini attraverso un reticolo lungo chilometri di canali. Dal canale immissario, che ci trova al centro di Milano Marittima entra l’acqua di mare in salina, tramite un sistema di chiuse e di paratoie. Mentre dal canale che corre lungo l’asta del porto canale, accanto ai Magazzeni del Sale, dove un tempo veniva stoccato il sale e alla torre San Michele, che vegliava sul prezioso oro bianco, escono le acque della salina. Per questo si chiama canale emissario.